Descrizione
La Sottomisura vuole garantire:
- la biodiversità legata agli habitat delle praterie favorendo, il mantenimento dell’ambiente, la tutela delle acque superficiali e profonde, del suolo preservandolo dall’erosione e prevenendo fenomeni di micro dissesto idrogeologico;
- la biodiversità naturale;
- l’agro-biodiversità.
Soggetti beneficiari
I beneficiari della sottomisura sono agricoltori singoli o associati e le Comunanze agrarie qualora gestiscano direttamente le attività di pascolamento.
L’impresa deve avere i seguenti requisiti al momento del rilascio a sistema della domanda di sostegno:
- le superfici oggetto di impegno devono essere tutte le superfici destinate a prato, prato-pascolo e pascolo permanente utilizzate per il pascolo degli animali aziendali.
- le superfici devono essere condotte in base alle diverse tipologie di titoli di conduzione ammesse per il loro inserimento nel fascicolo aziendale;
- le superfici oggetto della domanda di aiuto devono risultare in fascicolo alla data del 15 maggio;
- il carico di bestiame aziendale per ettaro deve essere compreso tra 0,3 e 1,2 UBA/HA;
- la densità del bestiame è definita in funzione dell’insieme degli animali da pascolo allevati dall’azienda nella Regione Marche.
- svolgere l’attività minima, che dispone il mantenimento della superficie agricola in uno stato idoneo al pascolo o alla coltivazione.
Entità e forma dell’agevolazione
L’importo del premio Euro/ettaro corrisponde ai gruppi coltura.
L’importo del pagamento annuale è pari a 130 €/ettaro di SAU eleggibile a premio.
Il sostegno nell’ambito della presente misura è calcolato in base ai maggiori costi e ai minori ricavi connessi agli impegni.
La dotazione finanziaria ammonta a € 115.000,00.
Attività finanziabili e spese ammissibili
L’adozione di tecniche di gestione dei pascoli prevede le seguenti attività:
- svolgere l’attività minima che dispone il mantenimento della superficie agricola in uno stato idoneo al pascolo o alla coltivazione;
- l’attività di gestione migliorativa del pascolo deve avere una durata minima di 120 giorni l’anno, fatte salve le prescrizioni vigenti in materia di vincolo idrogeologico;
- il gestore del pascolo deve redigere un piano di turnazione del pascolo al fine di organizzare il pascolamento attraverso la suddivisione della superficie a disposizione in appositi comparti, affinché gli animali al pascolo abbiano gradualmente a disposizione e per tutta la durata del servizio, superfici pascolive di estensione tale da consentire agli animali al pascolo di utilizzare razionalmente la vegetazione fresca presente, evitando al contempo per tutta la durata del pascolamento un eccessivo carico di bestiame ad ettaro;
- siano precluse al pascolamento le aree a rischio di erosione a causa dell’eccessivo calpestio o dell’eccessiva pendenza.